Trono
alto circa quattordici metri con spalliera diritta e culminante con figure di
dei; braccioli sostenuti da sfingi; il dio era seduto con peplo drappeggiato,
che era d'oro; i piedi poggianti su uno sgabello lavorato, cesellato e poggiante
su un leone a tutto tondo; calzari cesellati con lavori di scene di guerre;
nella mano destra reggeva una vittoria, che si dice fosse d'oro e misurasse due
metri...
Con
la mano sinistra regge un'asta molto lunga poggiante sul terreno e avente in
cima un'aquila d'oro; la faccia del Dio esprime bontà e gioia, come dice
Crisostomo. La testa è incoronata di olivo. La
faccia e la parte scoperta del corpo erano d'avorio cesellato, mentre erano
d'oro e di altri metalli preziosi barba e capelli. Pietre
preziose disseminate nei punti opportuni, ad esempio
gli occhi. Qualcosa possono dirci, a tal proposito,
le statue dei bronzi di Riace. Pausania
descrive minutamente il gran numero di figure che sono nei piedi del trono e
attorno ad esso sulla base; si giunge perfino a
venti figure di dei che assistono alla genesi di Pandora. Il tutto poggiava
su un basamento di marmo pario, alto uno o due metri. Quando
si pensa che la statua di Minerva, nel Partenone, era visibile ai naviganti
che giravano capo Sunio, quasi fosse un faro ideale, si ha l'idea della
grandiosità di tutti i monumenti che Fidia
affidò ai posteri. |
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Sarebbe
facile affermare che i cosiddetti "Bronzi di Riace", essendo di Scuola fidiaca, potrebbero darci un'idea della
grandiosità della concezione artistica del sommo Fidia, ma non siamo nè certi
che vengano da tale scuola, nè, se così, fosse, bastano a darci una definizione
del massimo artista e del suo "Zeus di Olimpia". Abbiamo pochissime
fonti, nessuna immagine dello "Zeus" e poche
e vaghe descrizioni, come quella che ci dice che era alta oltre i tredici
metri.
Dice Pausania (libro V, 11, 1-10):
Il Dio, costruito d'oro e d'avorio è assiso in
trono; una corona, che imita i rami di olivo, gli sta
sul capo. Egli porta nella mano destra una Vittoria, anch'essa d'avorio e
d'oro, che tiene una tenia e porta una corona in testa. Nella mano sinistra del
dio è uno scettro ornato di ogni genere di metalli.
L'uccello, che è posto in cima allo scettro, è l'aquila. D'oro sono anche i
calzari del Dio e così pure il mantello; sul mantello
sono posti come ornamento piccole figure e fiori di giglio. Il trono è
variamente ornato di oro e pietre preziose ed anche di
ebano e d'avorio, ed in esso ci sono figure rappresentate in pittura e figure
scolpite. In ciascuna delle gambe del trono sono quattro Vittorie, che rappresentano lo schema delle danzatrici; ce ne sono poi
altre due alla base di ciascuna gamba. Sopra ciascuna
delle gambe anteriori si trovano dei fanciulli tebani rapiti da Sfingi, e,
sotto le Sfingi, Apollo e Artemide saettano i figli di Niobe. Tra le gambe del
trono sono quattro sbarre, ciascuna delle quali traversa dall'una all'altra
gamba. Sulla sbarra anteriore (quella che c'è proprio
dirimpetto all'entrata) si trovano sette statuette; l'ottava infatti non sanno
in che modo sia sparita. Sopra alle rimanenti sbarre è rappresentata la schiera
combattente con Eracle contro le Amazzoni; il numero di queste e di quella
insieme è di ventinove.
Anche
Teseo è in mezzo ai compagni di Eracle. Però non le
sole gambe sostengono il trono, ma anche colonne eguali e poste fra esse. Non è possibile andare sotto il
trono, così come noi in Amicle penetriamo all'interno. In Olimpia sono
d'impedimento certe barriere a guisa di muri.......
Nella
parte più alta del trono ed a maggiore altezza del capo della statua, Fidia
fece, da una parte, le Carìti e, dall'altra, le Ore, le una
e le altre in numero di tre. Lo sgabello posto sotto i piedi di Zeus, chiamato
"thranion", dagli abitanti dell'Attica, ha
leoni d'oro, e, scolpita in rilievo, la battaglia di Teseo contro le Amazzoni,
la prima prodezza degli Ateniesi contro stranieri. Per avere un'idea di questa
statua ricorriamo alle monete in cui altri artisti avevano, più
o meno male, riprodotto l'effige e così citiamo alcune monete di Elide
al tempo di Adriano; esiste una pittura murale scoperta ad Eleusi. Sappiamo che
Adriano ne ordinò una riproduzione ridotta, in oro,
per metterla forse nella sua villa di Tivoli e che, a sua volta, fu riprodotta
su monete.
Si discute dei "braccioli del trono", perchè si suppone che fossero sostenuti da sfingi, che ci fossero due leoni d'oro a tutto tondo, e non in bassorilievo, insomma ci sarebbe tanto da dire, ma la grandiosità e la bellezza suprema di questa statua ci sfugge sempre e noi siamo condannati ad intuire il mistero come si suole fare di certe entità credute ma mai viste da occhi umani, in realtà vera e fotografata.